SEZIONE DI PADOVA
Nella Sezione di Padova operano 109 dipendenti e 202 associati, di cui 46 del Gruppo Collegato di Trento.
Sono presenti tutte le linee di ricerca dellI.N.F.N., le cui attività sono qui di seguito descritte.
GRUPPO I: FISICA DELLE INTERAZIONI FONDAMENTALI CON ACCELERATORI
Il Gruppo I, Fisica delle interazioni fondamentali con acceleratori, è stato impegnato a Padova nella partecipazione ad esperimenti su colliders adronici (CDF al Tevatron di FNAL, CMS allLHC del CERN), colliders e+e- (Delphi al LEP del CERN e Babar a PEP II di SLAC) e colliders ep (Zeus ad HERA di Desy).
Nel corso del 1998 il gruppo di Padova ha partecipato al completamento, all'installazione e al test con raggi cosmici della camera a deriva di BaBar.
Il rivelatore è stato trasportato da TRIUMF a SLAC a fine febbraio e, dopo alcuni test iniziali, equipaggiato con l'elettronica di readout montata a ridosso di uno dei due piatti. La camera è stata quindi provata completamente utlizzando muoni cosmici in agosto per venire quindi installata in BaBar a settembre.
Da ottobre a dicembre essa ha funzionato quasi ininterrottamente utilizzando un trigger fornito da un insieme di scintillatori posti sul suo asse centrale. Da novembre l' intero esperimento (tranne il rivelatore di vertice) ha registato raggi cosmici con il solenoide superconduttore in funzione. È stato cosi' possibile accumulare su nastro vari milioni di eventi con tracce di momento fra 400 MeV/c e vari GeV/c.
Dall' analisi dei dati raccolti è risultato che le prestazioni della camera a deriva sono uguali o superiori a quelle aspettate, sia in termini di precisione di tracciatura che di identificazione di particella. L'intenso lavoro di test effettuato ha permesso di mettere a punto il rivelatore e il relativo software di ricostruzione e di controllo cosi' da poterlo utilizzare con successo fino dall' inizio dei run di fisica in programma per il mese di maggio del 1999.
Durante il 1998 i gruppi di Padova e Roma hanno partecipato alle attività
sopra menzionate avendo responsabilità, per quanto riguarda la camera a deriva, su:
Inoltre Mauro Morandin ha svolto il ruolo di run coordinator per BaBar durante il periodo Novembre '98 - Gennaio '99.
Per quando riguarda lesperimento CDF l'impegno per il programma di upgrade del rivelatore è aumentato in vista del prossimo run, che inizierà nel 2000 e raccoglierà una luminosità integrata di almeno 2.fb-1.
Sostanziali modifiche sono previste per il calorimetro e il rivelatore di muoni, mentre il sistema di tracciatura sarà completamente ricostruito, per poter tollerare l'alta luminosità istantanea prevista, superiore a 1032 cm-2s-1, il ridotto intervallo fra interazioni di 396 ns (132 ns in una seconda fase), e per migliorare l'accettanza e la risoluzione spaziale. Il nuovo sistema di tracciatura è costituito da tre rivelatori: un rivelatore di vertice al Silicio (SVXII) posto in prossimità della camera a vuoto, un rivelatore intermedio anch'esso di Silicio (ISL), circondato da una camera a fili (COT).
Il nuovo rivelatore di vertice SVXII è costituito da tre barili di cinque piani di rivelatori a microstrip di Silicio a doppia faccia, organizzati con una geometria dodecagonale. Il rivelatore ISL è costituito da due piani di rivelatori posti ad un raggio di circa 30 cm in modo tale da compensare il degradarsi dell'efficienza di ricostruzione della COT nella regione fra 1<|
h|<2, un piano posto centralmente inoltre serve a irrobustire l'estrapolazione delle tracce fra la COT e SVXII.Il gruppo di Padova è coinvolto nel disegno dei rivelatori a doppia faccia di SVXII e ISL che vengono realizzati utilizzando wafer di Silicio da 6" di diametro. Continui test sui rivelatori forniti dalla Micron Semiconductor ed una stretta collaborazione con la ditta hanno permesso la messa a punto della linea di produzione. Le consegne di tutti i rivelatori devono terminare entro il 99. È stato inoltre definito il disegno del sistema di alimentazione per l'intera parte al Silicio del sistema di tracciatura ed il primo prototipo sarà disponibile tra poche settimane.
È iniziata nel 1998 un'attività di sviluppo del software di tracking e simulazione come contributo al progetto di rinnovamento di tutto il software dell'esperimento basato ora su architetture e linguaggi piú moderni. L'impegno è stato concentrato sopratutto sulla parte di tracciatura nel rivelatore a silicio.
Durante il 1998 è proseguito l'impegno della Collaborazione CDF nella analisi dei dati raccolti nel Run I (1992-1996) pari ad una luminosità integrata di 110 pb-1. In particolare è stata eseguita unanalisi sull'identificazione del segnale di Z
Æ b bbar ed una ricerca di segnali di gravitini leggeri in collaborazione con ricercatori del G4 della Sezione di Padova e del CERN. È proseguita inoltre l'attività di collaborazione con Trento su applicazioni di sistemi basati su reti neurali (v. il chip Totem). In particolare è stata impostata su rete neurale un' analisi per la ricerca del segnale del top in stati finali adronici. Quest'analisi è ora praticamente conclusa.
Venendo ora allesperimento CMS questo ha visto ormai consolidarsi le due attività presenti in sezione e che riguardano piú specificatamente le camere a muoni barrel dellesperimento ed il tracker a Silicio.
Lattività nel 98 per la parte camere a muoni si è concentrata sulla finalizzazione del progetto in vista dellinizio della costruzione nel 99. La camera MB96, prototipo in scala reale di una delle camere del sistema, è stata soggetto di una serie estensiva di test, sia in laboratorio che su fascio di test al CERN in condizioni di irraggiamento di elevata intensità, superiore a quella che ci si aspetta in LHC. Il comportamento è stato in ogni caso quello atteso.
Una ridiscussione del disegno globale del rivelatore ha portato alla decisione di rimuovere, nella quarta stazione, il superlayer che misura la coordinata z, parallela ai fasci. Si ottiene in questo modo una sensibile riduzione del costo complessivo con trascurabili effetti sulle prestazioni, come hanno mostrato simulazioni sia del trigger del sistema che della ricostruzione off-line. Tale modifica del progetto è stata approvata dal Comitato LHCC.
È proseguita la progettazione della strumentazione per le linee di costruzione ed è iniziata la preparazione della prima linea.
È proseguito lo studio delle caratteristiche strutturali della camera. I risultati non soddisfacenti delle prove di carico sia di lunga durata che distruttive hanno imposto un cambiamento nel modo di realizzare i catodi delle celle di deriva. Le proprietà della nuova struttura meccanica sono state verificate con ulteriori prototipi e sono risultate pienamente adeguate.
È stato completamente definito il progetto dellelettronica residente sulla camera e alcuni prototipi sono stati provati in condizioni reali su MB96. In particolare è stato completato il progetto del chip custom di frontend. I prototipi finali sono attesi per i primi mesi del 1999. I risultati sopra elencati, che si riferiscono agli elementi del progetto necessari per iniziare la costruzione della meccanica delle camere e dellelettronica residente nel volume di gas, sono stati oggetto di un severo esame da parte di un comitato di esperti anche esterni alla collaborazione (Engineering Design Review), che ha approvato il progetto dando via libera alleffettuazione degli ordini necessari per la costruzione di massa.
È anche continuata l'attività di progettazione dell'elettronica per il trigger. Sono stati estensivamente provati i primi prototipi del chip ASIC (BTI) che riconosce elementi di traccia in un quadrupletto per il trigger di primo livello. I test sono avvenuti sia su banco che in connessione a MB96 su fascio di test al CERN e con raggi cosmici in sede. I risultati sono pienamente soddisfacenti. È stato completato il progetto del chip ASIC per la correlazione degli elementi di traccia forniti dai diversi quadrupletti di una camera (TRACO); i primi prototipi sono attesi per la primavera del 99.
Intensa è anche stata l'attivita` di calcolo e software. In particolare ha riguardato:
Il gruppo CMS-Si ha partecipato alla stesura del TDR, occupandosi in particolare della parte di simulazione degli effetti della radiazione sul comportamento dei rivelatori a microstrip su silicio, e della ottimizzazione del disegno dei rivelatori per operazioni ad alte tensioni (>500 V). Parallelamente è continuata l'attività di R&D che si è concentrata sullo studio delle strutture multiguards, del ruolo della resistività e dell'orientazione del lattice (<100> vs <111>), e sulla verifica della tecnologia su wafer da 6". È inoltre continuato l'interesse padovano sullo studio delle proprietà di tecnoclogie deep-submicron e della loro applicazione per l'elettronica di front-end del tracker. Infine è stata terminata la costruzione presso il Dipartimento della camera pulita che sarà usata, a partire da quest'anno, per la costruzione in sede di parte dei rivelatori.
Il gruppo locale che partecipa allesperimento Delphi ha avuto la responsabilità, per quanto riguarda l'hardware, della manutenzione e del run delle calibrazioni e del software del FEMC, ha contribuito alla manutenzione e al run del VD, ha contribuito alla manutenzione dello STIC (luminometro), e ha contribuito inoltre alla produzione degli eventi MC generali.
L'attività di analisi dei dati raccolti a LEP da parte del gruppo di Padova ha riguardato nel 1998 i seguenti campi di ricerca:
1. LEP 1 : Fisica dei quark pesanti
L'attività di analisi ha riguardato i seguenti argomenti:
a) Determinazione di Vcb e produzione di D**
La misura effettuata sfrutta un campione di ~7000 decadimenti semileptonici del B con un D* in stato finale, selezionato identificando il pione prodotto nel decadimento D*+ Æ D0 p+. Trascurando i fondi, contributi al segnale provengono dai due processi B0 Æ D*n, B Æ D**n con D** Æ D*np che vengono separati mediante un fit alla massa mancante nel decadimento. La misura di Vcb ottenuta risulta attualmente la piu' precisa. Oltre che per l'interesse intrinseco, la conoscenza del rapporto di decadimento BR( B Æ D**n) è importante per ridurre l'errore sistematico su una serie di altre grandezze ( tB0, Vcb, Dmd). Il risultato ottenuto è compatibile con le misure esistenti, basate su approcci differenti.
b) Oscillazioni dei B
Sono proseguiti gli studi delle oscillazioni del B0S che sono stati presentati alle conferenze internazionali. Vi è una partecipazione di Padova a LEP B oscillation Working Group, il gruppo di LEP che è stato istituito per mediare i risultati sulle oscillazioni del B ottenuti dai quattro esperimenti LEP (esteso successivamente anche a CDF e SLD). Risultati di questo gruppo sono stati presentati alle conferenze invernali ed estive ed inclusi nel 'Particle Data Group' del 1998. È in preparazione una descrizione tecnica dei metodi usati da inviare a Nuclear Instruments and Methods.
c) Vita media Lb
Nell'ambito dello studio dei barioni con quark b, si è finalizzata l'analisi definitiva di tutti i dati di LEP 1 per la misura della vita media della Lb, sia utilizzando il nuovo metodo recentemente sviluppato basato sulla ricostruzione inclusiva di vertici secondari da decadimenti semi-leptonici contenenti in aggiunta al leptone un protone identificato dal RICH di Delphi, sia la ricostruzione esclusiva di decadimenti della Lc in tutti i canali di decadimento accessibili (p K p, p Ko, p Ko pp) e semi-exclusiva di decadimenti semi-leptonici "in cascata" (Lb Æ Lo l+ l- X ). Il risultato finale ottenuto ha un errore di ~ 8% (statistico + sistematico), e conferma una misura di vita media ~ 3 deviazioni standard piú bassa della vita media dei mesoni B.
d) Determinazione della frazione di decadimento semi-leptonico BR(bÆl)
Nell'ambito dello studio del branching ratio semileptonico del quark b e` stata proseguita l'attivita` degli anni precedenti, allo scopo di giungere ad un risultato finale. All'interno del gruppo è stata mantenuta l'attività di studio delle prestazioni degli algoritmi di identificazione dei leptoni. La determinazione dell'efficienza di identificazione degli elettroni viene ottenuta mediante studio di campioni di eventi Compton e fotoni convertiti in coppie e+e, la determinazione del fondo di leptoni (e-m) non prompt mediante studio di un campione di eventi con basso contenuto di beauty ottenuto mediante analisi di vita media. E` attualmente in corso l'analisi di parte della statistica non ancora utilizzata per la misura del branching ratio con il metodo tradizionale di fit dello spettro in p e pt dei leptoni in un campione arricchito in eventi
bbbar. All'interno di tale misura l'analisi di carica degli spettri in eventi con 2 leptoni consente di ottenere parallelamente una misura del parametro medio di mixing. Alternativamente si puo' eseguire un fit allo spettro del momento dei leptoni nel sistema di riferimento dell'adrone che decade, ottenuto mediante la ricostruzione dei vertici secondari. Unitamente a cio' lo studio combinato della carica del leptone e della carica media del jet adronico opposto ad esso consente una migliore separazione dei decadimenti diretti bÆl e in cascata bÆcÆl. I risultati verranno inclusi in un articolo che sarà pubblicato prossimamente.
e) frammentazione del charm e BR(cÆl)
Utilizzando un campione di D*-Æ Dop, D+ e Do ad alto momento, con il Do ricostruito in 5 canali diversi di decadimento, ed imponendo un anti-tagging basato sui parametri d'impatto delle tracce nell'evento per eliminare il fondo da quark b, è stato selezionato un campione di ~ 22000 eventi adronici con alta purezza (~81%) di eventi Z Æ cc. Tale campione ha permesso di determinare la frazione di frammentazione P(c Æ D*) e la frazione di decadimento semileptonico BR(c Æ l X) con una precisione di ~ 8% e ~5 % rispettivamente, comparabile con quella attualmente ottenute dalla media mondiale delle precedenti misure. La grossa incertezza su tali quantità costituiva finora una delle maggiori fonti di errore sistematico nella determinazione di Gc e sulla determinazione di Gb basata sulla rivelazione dei decadimenti semi-leptonici del beauty.
Nel 1997 è stata intrapresa la ricerca di nuove particelle o di nuove interazioni a LEP2 basate sullo studio di eventi con soli fotoni nello stato finale. In particolare tre canali sono stati studiati in dettaglio.
a) fotone singolo
Questo canale e` stato studiato per cercare processi del tipo ee Æ GG gamma, dove G e` un gravitino leggero. Tale reazione e` prevista nei modelli supersimmetrici con rottura di simmetria mediata dalle interazioni di gauge (Gauge Mediated SUSY Breaking).
b) due fotoni con energia mancante
Questo canale e` stato studiato per la ricerca di processi del tipo ee Æ YY con il successivo decadimento Y Æ X gamma, dove X è una particella invisibile. Processi di questo tipo sono previsti nei modelli supersimmetrici, dove la particella Y può essere identificata con un neutralino; la ricerca ha dato esito negativo.
c) due (o piú) fotoni senza energia mancante
Questo canale costituisce un processo previsto dal modello standard. I due (o piú) fotoni sono prodotti tramite lo scambio di un elettrone nel canale t. La sezione d'urto e` quindi calcolabile in QED. un'eventuale deviazione dei dati di LEP dalle previsioni richiederebbe l'introduzione di nuove interazioni tra elettrone e fotone ("contact terms") oppure segnalerebbe l'esistenza di stati eccitati dell'elettrone (come assunto dai modelli composti).
Venendo infine allesperimento Zeus, il run di luminosità per fisica si è svolto dal mese di Agosto 1998 fino a Dicembre 1998, con collisioni tra fasci di elettroni di energia Ee=27.5 GeV e protoni di energia Ep=920 GeV (820 GeV nel 1997), equivalente ad un aumento del 6% dell'energia nel centro di massa. HERA ha fornito una luminosità di circa 8 pb-1.
Il gruppo di Padova, oltre a curare la maintenance del rivelatore di muoni nel Barrel e nel Rear, ha proseguito i lavori per la realizzazione del nuovo microvertice, di cui coordina l'elettronica.
Le analisi di fisica hanno interessato le ricerche sugli Heavy Flavor, con
particolare interesse sulla produzione di J/Y, nonchè sulla sezione d'urto del quark bottom. È inoltre iniziata una serie di analisi riguardanti la fisica esotica, con riferimento alla ricerca di fermioni eccitati e canali rari di produzione (bosoni vettori reali).
GRUPPO II: FISICA DELLE INTERAZIONI FONDAMENTALI SENZA ACCELERATORI
Esperimento AURIGA
Durante il 1998 il rivelatore AURIGA presso LNL ha proseguito la presa dati migliorando di un fattore circa due sia la minima energia rivelabile di un impulso (temperatura efficace 3mK, ampiezza minima rivelabile della componente di Fourier dell'impulso Ho circa 2e-22/Hz) sia il limite superiore al fondo stocastico di radiazione gravitazionale come rivelatore singolo.
Il sistema di analisi dati del rivelatore è attualmente finalizzato alla ricerca di segnali impulsivi rari ed è stato migliorato ed irrobustito sia per quanto riguarda la capacità di adattare i parametri del filtraggio dei dati seguendo le non stazionarietà del rumore del rivelatore, sia per quanto riguarda il riconoscimento dei periodi di soddisfacente funzionamento del rivelatore, in cui il rumore gaussiano è quasi stazionario.
Progressi significativi sono stati fatti sull'analisi dati in coincidenza su piú rivelatori alla ricerca di segnali impulsivi. In particolare si sono esaminate per la prima volta coincidenze a tre rivelatori contemporaneamente funzionanti e lo scambio dati fra i rivelatori AURIGA, EXPLORER, NAUTILUS, ALLEGRO e NIOBE e entrato in una fase operativa. Si è definito nei dettagli il protocollo di scambio dati e si sono collaudate le procedure di analisi in collaborazione con gli altri gruppi di ricerca (Roma, Baton-Rouge, Perth).
Con l'obbiettivo di migliorare le prestazioni di rumore dell'amplificatore SQUID, che attualmente è il fattore limitante della sensibilita del rivelatore, sono state sperimentate diverse configurazioni dell'elettronica di front-end a temperatura ambiente. In particolare si e'cercato di disaccoppiare l'elettronica di front-end dalla alimentazione e dal sistema di acquisizione utilizzando batterie e optoisolatori, senza però ottenere un risultato apprezzabile.
È stata misurata per la prima volta la back-action di uno SQUID a basso rumore dello stesso tipo di quello installato in AURIGA mediante il suo accoppiamento con risonatori LC con fattore di merito regolabile a freddo. I risultati preliminari mostrano che parte della back-action e dovuta al rumore in corrente del primo stadio di amplificazione che legge lo SQUID.
È stata realizzata una nuova induttanza a capacità parassita ridotta con tecnica di avvolgimento per sezioni, ottenendo un miglioramento del fattore di merito (Q=1.3e6 nella configurazione adatta all'integrazione su AURIGA). È proseguita la sperimentazione su SQUID a piú basso rumore in collaborazione con l'Università di Giessen.
È iniziato lo sviluppo della facility di test per catene di trasduzione presso LNL, che permetterà di collaudare le prestazioni di rumore di sistemi di trasduzione completi in configurazioni tali da poter essere integrate nel rivelatore.
In particolare è stato progettato e realizzato un prototipo delle sospensioni meccaniche criogeniche ed è iniziata la progettazione dell'inserto criogenico.
Esperimento CASIMIRO
L'esperimento vuole verificare l'esistenza delle forze di CASIMIR nella geometria a piatti paralleli. Per effettuare tale misura è stato proposto l'uso di un sistema di rivelazione della forza dinamica.
Lo spostamento indotto, della forza di Casimir su un risonatore di silicio dovuto ad una seconda superficie, viene misurato attraverso un interferometro ottico.
Sezione di Padova: presso i Laboratori Nazionali di Legnaro esiste un sistema per effettuare le misure: microscopio elettronico, banco ottico per interferometro.
Tests di calibrazione, eseguiti mediante campo elettrico, mostrano una sensibilità alle forze di Casimir fino alla distanza di circa un micron.
A distanza del micron è stata rivelata la presenza di una forza attrattiva Misure sistematiche dovranno confermare la presenza di tale forza.
Esperimento CLUE
La prima metà del 98 è stata impiegata a raccogliere dati su alcune sorgenti (Mkn 421, Mkn501, Crab Nebula) con i seguenti risultati:
sorgente Num. ore eventi in eccesso
Mkn421 34 570 +/- 85
Mkn501 81 0 +/- 100
Crab 39 280 +/- 100
La seconda metà del 98 è stata dedicata a raccogliere eventi di "luna" per 107 ore; nei mesi di sett,ott,nov,dic sono stati raccolti circa 57000 eventi che dopo una pulizia sono divenuti circa 44000. L'analisi di questi ultimi è in corso.
Esperimento DBA
Il fondo dominante dell'esperimento era dovuto alla presenza di Th232 nelle griglie della camera, fondo che ora è stato ridotto grazie alla sostituzione di tutte le griglie con materiale a bassa radiottività. E in atto un programma di riduzione per l'eliminazione dei fondi residui dovuti ai neutroni.
Esperimento MUNU
Nell'ultimo anno sono state fatte le prove di vuoto e di tenuta del rivelatore, è stata montata l'elettronica e si sono presi dati per alcuni mesi con CF4 nella TPC e azoto nell'anti-Compton alla pressione di 3 atmosfere.
In giugno l'anti-Compton è stato riempito con scintillatore ed il rivelatore ha raggiunto la sua configurazione finale.
L'inizio della presa dati ha mostrato la capacità del rivelatore di ricostruire bene la traccia e la direzione dell'elettrone sino ad energie inferiori a 300 KeV ed ha permesso di misurare un rate di cira 900 Hz (con soglia a 100 KeV) nello scintillatore, in completo accordo con le simulazioni. L'analisi dei dati ha evidenziato due problemi: un rumore elettronico elevato sulle strip di misura della posizione, rumore che sarà probabilmente soppresso con la sostituzione delle alimentazioni degli ADC, ed un fondo di circa 1 evento al minuto nella TPC, probabilmente dovuto al Radon di cui si sta cercando dindividuare la sorgente per la sua eliminazione.
Esperimento ICARUS
L'attività del gruppo di Padova è principalmente rivolta allo sviluppo del sistema di acquisizione dati attraverso il disegno, la costruzione e i test dell'elettronica di lettura e il disegno del sistema software di acquisizione dati. Il gruppo è anche coinvolto nella costruzioni di parti del rivelatore ICARUS-600T, la ricerca di soluzioni e l'ottimizzazione delle condizioni di lavoro per alcuni aspetti critici dell'apparato, e contribuisce all'attività di ricerca e sviluppo su questo tipo di rivelatore.
In particolare nel 1998 dopo una sperimentazione con differenti tecniche d'isolamento (teflon, ceramiche piu' alto vuoto, polietilene) è stato progettato e costruito un sistema di passanti per l'alta tensione con una struttura coassiale e isolamento al polietilene, adatto ad alte tensioni fino a 150 kV. Sono stati sviluppati le connessioni filo-cavo, lo schema delle connessioni di lettura dei segnali, le flange per i passanti a bassa tensione e il disegno del sistema generale di connessioni.
Le schede di disaccoppiamento segnali-tensioni, le schede di lettura analogiche e digitali sono state progettate e provate.
Lo sviluppo del software è stato finalizzato al testing, debugging e sviluppo di utilità necessarie per qualificare i componenti dell'intera catena di lettura dei segnali. Particolare attenzione è stata rivolta ad acquisire una buona conoscenza delle tecnologie di comunicazione e dell'ambiente di sviluppo, sia hardware che software, necessari per controllare una architettura distribuita come quella del sistema di acquisizione dati di Icarus 600T.
È stata sviluppata una camera da 200 litri al fine di provare l'elettronica di lettura e i passanti, è stato studiato un nuovo disegno di fotocatodo, consistente in un rivelatore di tipo GEM a grande area con un sottile strato di ioduro di cesio depositato su una faccia, per poter rivelare la luce di scintillazione dell'argon liquido (128 nm).
Infine progressi sono stati ottenuti nel processo di purificazione dell'argon liquido nella fase di riempimento del criostato ed è stata sviluppata, costruita e provata una soluzione alternativa di camera di lettura dove la struttura degli elettrodi non è basata su una camera a fili ma su un circuito stampato multistrato.
Esperimento NOMAD
Il 1998 è stato l'ultimo anno di presa dati dell'esperimento, sono stati raccolti 1.8x1019 p.o.t., corrispondenti a circa 350000 interazioni di corrente carica di neutrini µ nel bersaglio.
L'analisi dati della ricerca dell'oscillazione neutrino µ neutrino t, estesa ai run 1995-1997, ha portato il limite alle oscillazioni a una probabilità minore di 0.0006. L'attività del gruppo di Padova è stata rivolta all'analisi delle oscillazioni nµ-nt nel canale di decadimento del t in elettrone piú neutrini, il canale di massima sensibilità dell'esperimento, progressi sono stati ottenuti anche riguardo alla possibile inclusione degli eventi quasi elastici in questa analisi.
Inoltre il gruppo di Padova si è impegnato nella ricerca delle oscillazioni numu-nue in cui NOMAD è l'esperimento che possiede la massima sensibilità ad alti valori di d m2. L'analisi è stata rivolta soprattutto allo studio degli effetti sistematici, introdotti soprattutto dal livello di conoscenza del fascio oltre che dai criteri di analisi.
Notevoli progressi sono stati ottenuti nella simulazione del fascio di neutrini. Sono stati provati e confrontati i vari generatori adronici disponibili, in GEANT e stand-alone, per la produzione dei mesoni da protoni a 450 GeV/c in berillio. Il confronto delle simulazioni con i risultati dell'esperimento SPY ha permesso di selezionare il generatore piú adatto (FLUKA) e di calcolare le opportune correzioni residue.
È stato inoltre approfondito lo studio della propagazione delle particelle adroniche prodotte nel bersaglio di berillio lungo il canale del fascio di neutrini fino al rivelatore NOMAD.
In questo ambito sono stati analizzati gli eventi di un run di misura condotto con l'ottica del fascio che focalizzava le particelle negative (fascio di antineutrini) e uno effettuato senza questo sistema di focalizzazione attivo, misure utili per approfondire lo studio delle sistematiche della simulazione del fascio di neutrini.
L'esperienza maturata in quest'ambito è stata applicata anche per la simulazione del fascio di neutrini di alta energia dell'SPS del CERN inviati al Gran Sasso (NGS) per lo studio dell'oscillazione nµÆnt nella regione dei parametri indicata dall'esperimento SUPERKAMIOKANDE con i neutrini atmosferici.
GRUPPO III: FISICA DEI NUCLEI
Gli esperimenti afferenti la Commissione Nazionale III attivi nella Sezione di Padova hanno coinvolto nel 1998 33 Ricercatori (30.3 R.Eq.), 4 Tecnologi e 3 Tecnici.
L'attività di ricerca è ripartita su 12 esperimenti, la maggior parte dei quali (8) utilizzano i fasci di ioni pesanti disponibili presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, dove il Gruppo è stato coinvolto con importanti responsabilità nella gestione e nella sperimentazione degli spettrometri gamma GASP ed EUROBALL. Durante il 1998 si è sviluppata la campagna di misure con EUROBALL presso i LNL, che è terminata a metà del novembre 1998. Va segnalato come nella sperimentazione 1998 ad EUROBALL sono stati inclusi quattro esperimenti proposti da ricercatori del Gruppo III di Padova.
Il Gruppo III ha partecipato anche al completamento ed all'avvio della sperimentazione con i fasci disponibili presso i LNL del rivelatore a 4_ per particelle cariche 8plp nell'ambito dell'esperimento EDEN.
Nel caso del progetto PRISMA1, relativo ad uno spettrometro magnetico per ioni pesanti a grande angolo solido, i ricercatori della Sezione hanno completato lo studio dell'ottica dello spettrometro e dei prototipi del rivelatore di piano focale.
Nel 1998 hanno continuato la presa dati presso i LNL gli esperimenti ALPITOF ed IRIS. Vi è stata inoltre la partecipazione del Gruppo III alle attività di ricerca di astrofisica nucleare presso i LNGS sotto la sigla LUNA.
I ricercatori del Gruppo III partecipano in modo significativo al programma di esperimenti con ioni pesanti relativistici al CERN (NA57) e alla realizzazione dell' apparato ALICE per LHC.
Altre attività presso laboratori esteri sono state realizzate nell'ambito degli esperimenti EDEN (Ciclotrone Superconduttore del TAMU) ed EXOTIC (RIKEN e Monaco).
Durante il 1998 è iniziata la sperimentazione relativa al progetto EXPLODET, dedicato alla rivelazione di esplosivi nascosti (mine) per mezzo di tecniche nucleari. Il gruppo collegato ha studiato tecniche di estrazione ed elaborazione dei dati anche con luso della rete neurale TOTEM.
Pubblicazioni (non contenute negli elenchi dei singoli esperimenti)
GRUPPO IV: FISICA TEORICA
FISICA TEORICA DELLE PARTICELLE
Iniziativa specifica PR21
(A.Bassetto, F.Paccanoni)
Pubblicazioni:
Iniziativa specifica PR11
(A.Bassetto, L.Griguolo)
Pubblicazioni:
Iniziativa specifica PD21
(G.Costa, A.Brignole, G.Degrassi, F.Feruglio, G.F.Giudice, D.Grasso, I.Masina, E.Perazzi, M.Pietroni, M.Pusterla, A.Rossi, G.F.Sartori, V.Talamini, G.Valente, F.Zwirner)
Iniziativa specifica TS11
(P.Pasti, J.Isidro, K.Lechner, P.A.Marchetti, M.Matone, H.Singh, M.Tonin)
Pubblicazioni:
FISICA TEORICA NUCLEARE
Iniziativa specifica PD31
(F.Zardi, S.M.Lenzi, P.Lotti, A.Vitturi)
Iniziativa specifica PD32
(G.Pisent, L.Canton, G.Cattapan)
Iniziativa specifica MI41
(V.Manfredi, L.Salasnich)
Pubblicazioni:
Iniziativa specifica LS31
(E.Maglione)
Pubblicazioni:
E.Maglione et al., Phys. Rev. Lett. 81 (1998) 538
ARGOMENTI GENERALI DI FISICA TEORICA
Iniziativa specifica NA12
(F.de Felice, C. Del Noce, G.Preti)
Pubblicazioni:
F.de Felice et al., Astronom. & Astrophys. 332 (1998) 1133
Iniziativa specifica OG21
(F.de Felice, C.Del Noce, S.Matarrese, G.Preti)
Pubbblicazioni:
Iniziativa specifica BO12
(A.Stella)
Pubblicazioni:
Analisi e fenomenologia non lineare di segnali
(T.A.Minelli, A.Pascolini)
Pubblicazioni:
GRUPPO V: RICERCHE TECNOLOGICHE
Il Gruppo V della Sezione I.N.F.N. di Padova svolge attività di ricerca e sviluppo tecnologico nel campo dei rivelatori, dellelettronica, della fisica degli acceleratori ed attività di ricerca interdisciplinare. Afferiscono al Gruppo V 14 ricercatori che, con la collaborazione di 15 ricercatori di altri Gruppi, lavorano a 14 esperimenti per un totale di 12.6 ricercatori equivalenti.
Il Gruppo Collegato di Trento svolge anchesso attività nel Gruppo V, con 8 ricercatori più 4 afferenti ad altri gruppi, nello sviluppo di elettronica e rivelatori su 4 esperimenti per un totale di 7 ricercatori equivalenti.
Nellambito della ricerca interdisciplinare trovano posto quattro esperimenti che si propongono di sviluppare applicazioni principalmente in campo medico: ATER, CIP, SAXCCD e VITON. ATER sta sviluppando un microdosimetro in collaborazione con i LNL. Due prototipi del rivelatore sono stati provati utilizzando un fascio di protoni da 2 MeV ed una microsorgente di particelle alfa, ottenendo risultati in accordo con le previsioni, dimostrando quindi la fattibilità di rivelatori microdosimetrici di 1 mm3. CIP è giunto allo sviluppo, presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, di due prototipi di camere a fili per scintigrafia cardiaca, rispettivamente in alluminio ed in carbonio. SAXCCD ha caratterizzato un rivelatore di immagini a CCD intensificato per lanalisi di fenomeni dinamici in difrattometria a raggi X a piccolo angolo (linea SAXS di Elettra) e per applicazioni in tomografia industriale, analisi di reperti archeologici e radiografia digitale. VITON si può considerare complementare allesperimento SAXCCD in quanto si propone gli stessi obiettivi con la differenza di utilizzare sorgenti di neutroni termici. Come convertitore dei neutroni sono stati sviluppati nuovi vetri scintillatori al terbio con unelevata presenza di litio (5% in peso) in collaborazione con la Stazione Sperimentale del Vetro di Murano-Venezia.
Nello sviluppo di rivelatori sono coinvolti quattro esperimenti: ALCHIMIA, BAPHOR, CALEIDO e LAST. ALCHIMIA intende sviluppare uno strumento, operante al microfascio dei LNL, in grado di caratterizzare dispositivi e materiali semiconduttori ed isolanti mediante microscopia protonica. BAPHOR studia materiali per fotocatodi e fotorivelatori ed ha messo a punto a Padova un monocromatore in grado di effettuare misure di efficienza quantica nel range 150nm-600nm in "charge collecting mode". CALEIDO studia la fattibilità della costruzione di un calorimetro elettromagnetico di tipo "Shashlik" per applicazioni in futuri esperimenti di alte energie. Un prototipo è stato costruito e provato al fascio X5 dellArea Ovest del CERN ottenendo incoraggianti risultati che sono stati presentati alla "6th International Conference on Advanced Technology and Particle Physics" (Como 5-9 ottobre 1998). LAST si occuppa dello sviluppo di sensori di radiazione con elettronica di front-end integrata. Il lavoro svolto sulla linea pilota IRST-Divisione Microsistemi ha dimostrato le ottime caratteristiche della tecnologia messa a punto dalla collaborazione e la fattibilità di questo tipo di rivelatori.
MICROHERTZ, SADIRC, TOLRAD, TOTEM e TOTEMFARM si occupano di sviluppi di elettronica. MICROHERTZ ha messo a punto un convertitore analogico digitale a circolazione ad 8 bit di risoluzione con consumo bassissimo (1W). Visti i promettenti risultati il gruppo sta lavorando ad una versione a 10 bit di risoluzione ad alta velocità di campionamento. SADIRC studiando le reti a commutazione per applicazioni di "event builder" veloci ha effettuato test sulla stazione di pre-produzione di Icarus, nel readout di una TPC a xenon liquido (Columbia University) e nella lettura della camera a xenon gassoso dellesperimento CIP. TOLRAD intende studiare topologie circuitali su silicio intrinsecamente tolleranti alle radiazioni. Test eseguiti su transistori a "geometria chiusa" hanno dato ottimi risultati nelleliminare il problema dellincremento nelle correnti parassite in seguito allirraggiamento. Parallelamente è stato sviluppato un modello di questi transistori indispensabile per la progettazione di dispositivi più complessi che intendano avvalersi di questa tecnica. TOTEM e TOTEMFARM hanno consentito di sviluppare un chip basato su unarchitettura di rete neurale in grado di fungere da coprocessore in una farm di PC per applicazioni in "pattern recognition". Recentemente questi dispositivi hanno suscitato linteresse dellesperimento CDF per lanalisi offline di eventi complessi. Il dispositivo risulta interessante anche per lanalisi online; è infatti allo studio una proposta di trigger basato su TOTEM per CDF RunII ed è stato progettato luso del processore neurale per lanalisi dati dellesperimento di Gruppo III Explodet. Il calcolatore neurale TOTEMFARM viene utilizzato inoltre nel progetto di diagnosi precoce del carcinoma mammario.
Si occupano di sviluppi nella fisica degli acceleratori gli esperimenti DFMNC e SELT. DFMNC si propone di studiare la dinamica dei fasci di particelle cariche in acceleratori ed anelli di accumulazione con metodologie non convenzionali, con particolare attenzione alleffetto "alone" nei fasci ad alta intensità. SELT, che si propone lo sviluppo di un trigger di singolo protone da inserire al Microfascio del LNL, ha realizzato e sta provando la versione miniaturizzata (circa 2 cm3 per APD raffreddati con celle ad effetto Peltier e fotomoltiplicatori).
Gruppo Collegato di Trento
GRUPPO IV: FISICA TEORICA
L'attività di ricerca comprende argomenti di:
Iniziativa specifica BO11
Partecipanti: G. Cognola, R. Giannitrapani, D. Iellici, V. Moretti, G. Modanese, L. Vanzo, M. Toller, S. Zerbini.
G. Cognola, D. Iellici, M. Caldarelli V. Moretti L. Vanzo e S. Zerbini
Si sono studiate le correzioni quantistiche dell'entropia al buco nero BTZ e del suo stato fondamentale a massa nulla.
Per questo buco nero, e per il suo analogo 4-dimensionale, è stata calcolata la back reaction di un campo scalare quantistico conformemente accoppiato e si è mostrato come le modifiche quantistiche implementano il Principio di Censura Cosmica.
Le correzioni all'entropia di un buco nero di Kerr dovute al campo scalare e di un buco nero di Schwarzchild carico dovute al campo elettromagnetico sono state calcolate con il metodo di t'Hooft (brick wall model).
Si è investigato le relazioni tra le diverse tecniche di rinormalizzazione in particolare tra quella della zeta-function e quella del point-splitting.
È stata analizzata una ambiguità nella definizione di azione effettiva Euclidea in presenza di singolarità coniche, presenti nel calcolo off-shell di grandezze fisiche.
Il valore di aspettazione del tensore energia-impulso e le fluttuazioni quadratiche di un campo scalare quantistico in un generico spazio AdS d-dimensionale sono stati studiati usandola tecnica della zeta-function.
2) Buchi neri topologici in gravità e supergravità
L. Vanzo, V. Moretti, M. Caldarelli, D. Klemm
Si sono trovate soluzioni delle equazioni di Einstein con costante cosmologica negativa, che rappresentano buchi neri rotanti con topologia non banale, asintoticamente AdS .
Le proprietà quantistiche sono state investigate studiando la propagazione di campi scalari di massa zero, e di fermioni di Weyl in questi background di buchi neri a topologia non banale.
I vuoti di Boulware, Unruh, e Israel-Hartle-Hawking sono stati costruiti.
Una formula di luminosità è stata ottenuta, con caratteristiche abbastanza differenti dal caso asintoticamente piatto. Infine, lo spettro di massa di questi buchi neri è stato discusso e paragonato a quello predetto dalla teoria di stringa. Nel caso di topologia dell'orizzonte coincidente con una superficie di Riemann con genere
g>1, si è trovato un buco nero magnetico statico BPS.Si sono inoltre trovate soluzioni del settore bosonico della gauged N=4,D=4 SU(2) x SU(2) supergravità, che rappresentano buchi neri dilatonici con topologia non banale.
Si è trovato un buco nero estremo toroidale che preserva un quarto delle supersimmetrie.
Si sono discusse infine brane rotanti che risolvono le equazioni di Einstein con costante cosmologica Lambda in dimensione arbitraria. Per Lambda negativa, queste brane appaiono nelle compattificazioni AdS di certe teorie di supergravità, e sono importanti nella corrispondenza AdS/teorie conformi.
3) Gravità indotta dall'anomalia conforme
G. Cognola
Considerando come base uno spazio di anti-de Sitter, dall'integrazione dell'anomalia di traccia si è potuto calcolare esattamente il potenziale effettivo e studiare le transizione di fase indotte dalla temperatura. Si sono considerati anche modelli supersimmetrici e analizzando le soluzioni grafiche si è mostrato che l'interazione con il campo conforme, a basse energie produce una piccola rottura della supersimmetria.
4) Limitazioni quantistiche ai concetti geometrici.
M. Toller e R. Giannitrapani
Si è analizzata la possibilità di descrivere le coordinate spazio-temporali di un evento in termini di una misura a valori operatoriali positivi (POVM). E` stata trovata una formula che fornisce la piú generale POVM sullo spazio-tempo covariante rispetto al gruppo di Poincaré.
Sono state analizzate le varianze delle coordinate spazio-temporali di un evento e si sono verificate in questo contesto le usuali relazioni di indeterminazione. Si sono poi trovate delle diseguaglianze piú forti che contengono il momento angolare nel sistema del baricentro. Si è discussa la loro rilevanza nella discussione dei limiti introdotti dalla interazione gravitazionale alle varianze in questione.
Si è mostrato che, in una teoria locale, una POVM corrispondente ad una regione limitata non puo` appartenere all'algebra delle osservabili quasi-locali.
5) Applicazioni della anomalia moltiplicativa.
G. Cognola, L. Vanzo , S. Zerbini
Si è continuata l'analisi delle possibili applicazione della anomalia moltiplicativa in teoria dei campi.
Si è investigato per primo, un modello con simmetria O(2) di campi scalari autointeragenti e si è calcolata l'anomalia moltiplicativa ad one-loop, con un calcolo diretto e con la teoria di Wodzicki.
Per quanto concerne il sistema di bosoni relativistici carichi a temperatura finita e potenziale chimico non nullo, è stata riesaminata la condensazione relativistica di Bose-Einsteine ed è stata evidenziata la presenza di un termine additivo, dovuto all'anomalia moltiplicativa, nella energia libera a temperature superiori a quella critica.
Si sono studiate le applicazioni nel caso di operatori differenziali non commutanti e si anche è mostrato come l'anomalia moltiplicativa collega le anomalie chirali non abeliane consistenti e covarianti.
6) Stabilità in gravità Euclidea quantistica.
G. Modanese
Sebbene la azione euclidea non sia limita inferiormente, è stato evidenziato che la teoria perturbativa attorno allo spazio piatto è ben definita, a causa del comportamento non perturbativo del sistema. Si sono studiate inoltre le proprietà di decadimento di particelle di massa nulla, attraverso un barriera di potenziale gaussiana.
7) Teorie di gauge bidimensionali
G. Nardelli
Si è continuato lo studio della discontinuità delle teorie di gauge in D=2 dimensioni, considerando il calcolo del loop di Wilson in D dimensioni. Tale risultato, nel limite in cui D
Æ2 è diverso dal calcolo equivalente in D=2 dimensioni. In aggiunta, in D=2 l'operatore di Wilson non presenta il previsto andamento esponenziale nel limite in cui il lato temporale del loop tende all'infinito.
Iniziativa specifica BA21
1) Applicazione di teorie di Chern-Simons alla fisica dei polimeri
I. Lazzizera
L'attività di ricerca per l'anno 1998 si è concentrata sulla costruzione di un nuovo modello di teoria di campo per descrivere il comportamento di un sistema di polimeri soggetto a vincoli topologici mediante l'introduzione di termini di Chern-Simons opportunamente accoppiati.
Nel modello di Ginzburg-Landau proposto, le fluttuazioni dei polimeri vengono interpretate per mezzo di una teoria di gauge, in cui le forze topologiche vengono scambiate tramite potenziali vettori il cui termine cinetico è dato dall'azione di Chern-Simons.
Come applicazione il comportamento critico dei polimeri è stato studiato usando il metodo del potenziale effettivo nell'approssimazione ad un loop.
2) Fisica agli acceleratori e analisi dati attraverso la rete neurale TOTEM.
I. Lazzizera, S. Dusini, A. Sidoti
Si è concluso un esercizio di simulazione MonteCarlo della produzione dell'Higgs a LHC e di uso della rete neurale TOTEM per l'abbattimento del fondo. Si è fatta l'analisi di dati dell'esperimento CDF per il decadimento di coppie in canale "completamente adronico", usando ancora la rete neurale TOTEM, un chip realizzato in parte con finanziamenti INFN per il Gruppo V. Sono state misurate sia la massa del top che la sezione d'urto didetto decadimento.
Iniziativa specifica PD32
1) Fisica nucleare dei pochi corpi
W. Leidemann, G. Orlandini
Si è continuata la ricerca sul calcolo delle funzioni di struttura di sistemi a pochi corpi con il metodo delle trasformate integrali. Si è dimostrato che le differenze con i risultati ottenuti con interazioni di tipo semirealistico solo centrali è minima nella regione della risonanza. Ciò rappresenta un risultato estremamente importante in vista dell'estensione del metodo a nuclei con A>4. Per quanto riguarda i potenziali realistici, si è intrapreso lo studio del ruolo
delle forze a tre corpi. I risultati preliminari sono veramente interessanti in quanto sembrano mostrare l'effetto notevole di queste nella fotodisintegrazione sia nella risonanza che nella zona intorno ai 100 MeV.
Per quel che riguarda il filone di ricerca sugli osservabili di polarizzazione, è stato sviluppato il formalismo poi applicato alla elettrodisintegrazione del deuterio. È proceduto il lavoro sul "Deuteron Atlas".
È inoltre partito lo studio dell'applicazione del metodo delle trasformate a sistemi con A>4. Per prima cosa è stato calcolato lo stato fondamentale di nuclei con 4<A<12 accoppiando l'approccio con armoniche ipersferiche, le tecniche di correlazione e l'idea di Faddeev.
2) Reazioni di break-up
D.M. Brink
Si è studiata la reazione di break-up su 11Be con lo scopo di mettere in luce metodi affidabili per ottenere informazioni sulla struttura ad halo di questo nucleo. I risultati su larghezze, distribuzioni parallele di momento e sezioni d'urto sono confrontate con i recenti dati sperimentali.
Iniziativa specifica TN31
1) Diffusione profondamente anelastica di leptoni su nucleoni liberi ed in interazione.
M. Traini, R. Leonardi
Si è messo a punto un modello a quarks sul fronte di luce per poter descrivere in modo relativisticamente covariante le funzioni di struttura polarizzate e non del nucleone. Il formalismo e` stato applicato allo studio dello spin del nucleone attraverso reazioni polarizzate di leptoni, del tipo Drell-Yan.
Si sono ottenuti risultati incoraggianti nella descrizione in termini di gradi di libertà partonici, della struttura interna dei quark costituenti nei processi di diffusione profondamente inelastica.
Si è studiata la polarizzabilità del nucleone per mezzo di tecniche a regole di somma anche per potenziali tra quarks mediati da mesoni.
2) Punti e fili quantistici
E. Lipparini
Si è continuata l'indagine su nanostrutture come i punti quantistici e i fili quantistici, che sono nuovi sistemi di fermioni costruiti in laboratorio.
Si sono studiate le proprietà dello stato fondamentale di un sistema di elettroni quasi-monodimensionali. Si sono investigate, mediante l'approccio del funzionale densità, fili quantistici in forti campi magnetici esterni, studiando anche i modi longitudinali.
Le eccitazioni di carica e di spin sono state studiate in dettaglio, sempre in fili quantistici. Stati collettivi di spin in gas di elettroni in differenti dimensioni spaziali sono stati investigati.
GRUPPO V: RICERCHE TECNOLOGICHE
Esperimento totem++: (dispositivi neurali VLSI)
Partecipanti: I. Lazzizzera (responsabile nazionale), A. Sidoti
Riassunto sintetico degli scopi del progetto:
Sviluppo di architetture innovative per processori neurali in VLSI, in particolare in un approccio multiplier-less, utilizzando una codifica logaritmica approssimata dei numeri:
Corollario rilevante:
Nel maggio 98 è nata una società di progettazione e produzione di circuiti integrati opernate in modalità fabless, specializzata in sensori intelligenti,il cui prodotto di lancio è stata una telecamera "intelligente", basata sull'uso del processore TOTEM. La società si chiama NEURICAM e deve considerarsi spin-off della collaborazione informale tra IRST, Università di Trento e INFN. Alla ditta è dedicato l'editoriale e un articolo lusinghiero su "elettronica oggi" (Gruppo Ed. Jackson, N.267, gennaio 1999).
Esperimento totemFARM
Partecipanti: I. Lazzizzera (responsabile nazionale), A. Zorat
Sviluppare un calcolatore neurale, TOTEMFARM, avente altissime prestazioni e costo contenuto. Il calcolatore sarà costituito da un insieme di processori Pentium, dotati ciascuno di un modulo hardware per le elaborazioni neurali e connessi tra loro tramite canali di comunicazione ad alta velocità.
Il primo prototipo TOTEMFARM avrà prestazioni di picco dell'ordine dei 4500 MIPS per la parte di elaborazione simbolica, 1.5 GFLOPS per la parte di elaborazione numerica floating point e 160.000 MCPS per la parte di elaborazione neurale.
Principali risultati raggiunti: